In un mondo in continuo mutamento è possibile trasformare la propria passione per l’arte, in business. Scopri come ha fatto Francesco Gibbi in questa intervista di 30 minuti. Il cambiamento è una grande risorsa per chi sa coglierne le opportunità.

Come è nata Lot-art.com

Le opinioni espresse dai soggetti intervistati non rispecchiano quelle degli autori del sito e del titolare del medesimo.
Morris: ” Bene! Ciao e benvenuto a te che ci ascolti, o benvenuta. Io sono Morris di Sferya.com e oggi siamo qui con Francesco Gibbi. Ciao Francesco!”
Francesco: ” Ciao Morris!”
Morris:” Francesco è il C.E.O. di Lot-Art.com. Lot-Art è un portale di riferimento del mondo dell’arte. Francesco, parlaci un po’ di che cosa si tratta.”

Francesco: “Si, grazie Morris per l’opportunità di presentare Lot-Art. Diciamo, l’ho iniziato quando ancora lavoravo per le Nazioni Unite, come mio hobby personale. Io colleziono da diverso tempo l’arte, ma la mia collezione è più un investimento. Cioè, io vedo l’arte non solo da un punto di vista estetico, dal valore aggiunto che dà allo spirito, ma anche, perché no, al portafoglio. Ho voluto creare un aggregatore che mi permettesse di avere un controllo quasi più totale del mercato dell’arte; e parlo delle case d’asta, in tutto il mondo. Da qui, nel 2017, ho dato vita a Lot-Art, che è un aggregatore, in sostanza, tipo Trivago, ad esempio. Mette insieme migliaia di case d’asta. Tu cerchi un artista o un pezzo da collezione, e non lo cerchi solo in una casa d’asta: lo cerchi, in una volta, in migliaia di case d’asta. Qua si dà un’opportunità soprattutto a chi ha un’ exepertise in un segmento dell’arte, può essere dall’arte antica, alla moderna, contemporanea, automobili d’epoca, argenteria antica, qualsiasi cosa che abbia un valore, la puoi cercare e vedere dove nel mondo è venduta a prezzo migliore. Ci sono tantissimi price gaps all’interno del mondo dell’arte: un pezzo che può costare 5 mila euro in Italia, perché magari l’artista è conosciuto al pubblico italiano, può costare 1500 nel Midwest, in America, perché l’non lo conosce nessuno e ci è arrivato in qualche modo, e poi magari è messo in vendita da persone che l’hanno ereditato e non conoscono cosa sia. Lo mettono all’asta, e tramite un sistema di ricerca avanzato che abbiamo su Lot-Art, può trovarlo non solo in Italia, ma appunto in Germania, Australia, Stati Uniti… e vedere dove costa meno. Ci sono appunto questi grandi price gap che ti permettono dei buoni acquisti. Normalmente anche 1/3 rispetto al prezzo di mercato. Come prezzo di mercato intendo ovviamente quello che trovi in galleria, ad esempio, se compri un multiplo di Chagall, possiamo andare su dipinti che costano milioni, ma se vuoi stare su una litografia la paghi 20 mila euro, ecco. La stessa all’asta la puoi pagare 6 o 7, e risparmi 13 mila. Ma anche sugli orologi: tutto quello che tu puoi comprare in gioielleria, o in galleria, lo puoi trovare all’asta a prezzi molto inferiori. A questo però fate molta attenzione: fare ciò (“don’t do it at home”), funziona se si ha un’esperienza di base, se si ha la conoscenza del mercato, se si ha la conoscenza di quello che si sta acquistando. Non acquistare mai cose che non si conoscono, perché la simmetria delle aste può essere, diciamo, sia negativa sia positiva. Per cui, la simmetria positiva è quando sai cosa compri, e lo compri da qualcuno che non sa cosa vende, ma se tu sei quello che non sa cosa compra, potresti avere delle brutte sorprese. E per questo sarebbe meglio affidarsi, se non si ha un’esperienza personale, a un esperto esterno. Noi facciamo anche questo servizio: (…), cioè diciamo noi quando comprare arte può essere un investimento e a quali condizioni. Innanzitutto l’arte deve essere comprata quando ti piace. Ci sono dei clienti, soprattutto del Middle East, che mi dicono “Massimizza il mio budget. Quindi ho 50 mila euro, trovami quello che mi dà il più alto valore aggiunto, da qui a 5 anni. E non lo voglio neanche vedere, non mi interessa”. Ecco, questa può essere una piccola distorsione del sistema: l’arte dovrebbe essere prima di tutto una possibilità di dare dei feeling positivi, è un’esperienza psicologica, prima che un investimento in un fondo monetario in bitcoin o in azioni della Fiat non ti può dare. Lì lo compri, speri che vada su, non sai se va su o se va giù, non lo controlli tu. Sono delle forze esogene indipendenti dalla tua volontà, che magari ti daranno una perdita o un guadagno. Nell’arte se hai esperienza riesci a capire cosa compri, perciò hai il controllo pieno di cosa compri e puoi sapere quanto viene valutato poi dal mercato primario. Io che colleziono neoclassico da 10 anni, e parlo di vedute di Roma del Piranesi, di vasi del 1700, so che appunto può costare sul mercato dai 3 ai 6 mila euro, a volte negli Stati Uniti si trovano a 600/700 euro.

Morris:” Caspita, un bel po’ di differenza!”

Francesco: “ Quindi vengono valutate 10 volte, 10 per… Poi bisogna sapere anche che i costi di spedizione influiscono: non comprate un divano in pelle negli Stati Uniti perché ora che ti arriva, costa il triplo. Per cui ci sono cose che noi come esperti possiamo meglio individuare, per distinguere quello che è un buon investimento da quello che sembra esserlo. Però l’idea di dare con l’arte, oltre a dare un valore aggiunto dal lato estetico, anche monetario, è una particolarità di Lot-Art e del nostro data base. Abbiamo un approccio finanziario al mercato. Quindi compro quello che mi piace, però sapendo anche che otterrà valore nel tempo e aumenterà nel tempo.”

Morris: “ Certo, quindi mi sembra di capire che concretamente tu sia un appassionato d’arte e che questa passione tu l’abbia trasformata anche in un lavoro e quindi chiedi che in linea generale i tuoi clienti facciano la stessa cosa, cioè siano prima degli appassionati di ciò che acquistano, e poi certo si può investire in arte e si può anche guadagnare. Però parte tutto dalla passione e dalle emozioni positive che quel quadro dà a chi lo possiede e chi lo guarda.”

Francesco: “Si, però c’è molta, diciamo, “fuffa” in giro. Ci sono gli emergenti, e alcuni sono molto bravi, lì io non li consiglio, non è un investimento, si va in base a cosa ti piace, che è capibile e anche una buona idea, però lì non si può sperare che il quadro che compri al mercato fra 10 anni valga 1 milione… è un po’ eccessivo. Se compro qualcosa che vale 50 mila e magari tra 10 anni vale 300. E sapere le serie storiche dei prezzi è un altro vantaggio di Lot-Art, come aggregatore, perché poi facciamo analisi statistiche sui prezzi, per cui sappiamo qual è il trend di un artista: se negli ultimi 5 anni è andato su o andato giù, se è volatile, e quali sono le piazze migliori su cui comprare e dove vendere. Una stessa veduta del Piranesi si può comprare a 500 euro a Seattle e rivenderla a 1500 a New York, perché cambia il gusto e cambia la piazza. Questa è una delle caratteristiche dell’investimento in arte.”

Morris: “Ti faccio una domanda da inesperto, a cui sono sicuro ci sarà una risposta: tu prima mi dicevi che, appunto, nelle aste io posso comprare (se so cosa prendo) a 1/3, al massimo anche alla metà del prezzo che posso trovare in galleria d’asta, e quindi tanti clienti tu li segui per questo tipo di discorso. Allora mi viene una domanda spontanea: ma perché, anche l’inesperto, si deve rivolgere alle gallerie d’arte, invece che rivolgersi direttamente alle case d’asta, visto che comunque con le case d’asta si può risparmiare e, anche se sei inesperto, il fatto stesso che venga quotato da una casa d’asta dovrebbe essere in qualche modo sinonimo di autenticità o di garanzia?”

Francesco: “Purtroppo non è sempre così. Cioè, è così in alcune case d’asta, quelle più grosse, come Sotheby’s, Christie’s, Bonhams, anche Finarte a Milano, cioè dove hanno esperti per tutte le cose che vendono. Ma quelle piccole, ed è lì dove si fanno gli affari migliori, dove la simmetria è più alta, io gli affari non li faccio a Christie’s, lo faccio nella piccola casa d’aste che non ha bene idea di quella che sta mettendo in vendita, e se tu lo sai allora lì fai l’affare. E ti costa sempre meno comprare in una casa d’asta, sempre, rispetto in galleria, tranne per il contemporaneo emergente. Ti faccio un esempio: non so se tu conosci la fotografia internazionale, LaChapelle ad esempio, famoso fashion fotographer, quando sono uscite le sue fotografie nel 2003/2004, costavano 1000/2000 euro, in galleria. Dopo ha preso pian pianino piede, è diventato famoso. Quando l’ho comprate io, ti parlo dell’inizio, non sapevo e non capivo che era meglio all’asta, andavo anch’io in galleria, perché in pochi sanno che si compra all’asta bene, l’ho imparato anch’io dopo, e l’ho comparto a 10 mila euro, perché era ultimo sul mercato e l’artist, cosiddetta prova d’artista o AP, l’AP1, AP2… dopodiché la serie è finita, era una serie di 10 fotografie, se la volevo c’era quella che costava 10: se l’avessi presa 5 anni prima mi costava 2, la stessa. All’asta poi la posso prendere ancora a 5 o 6 mila, quando esce, perché non ci sono tutti quei costi, per cui chi la vende l’aveva presa prima e si accontenta di farci 2/3 mila euro. E non c’è questo gap della galleria d’arte, che ti mette di solito il 100% rispetto a quanto l’ha pagata. E con il finale, con i multipli, quando arrivi al numero 10 dell’AP, costa veramente il triplo dell’1 di 10. Sono quelle cose che si imparano vivendo. Visto che io ci sono già passato, io compro all’asta perché so che lì mi costerà di meno. Potevo pagarla ancora meno se l’avessi capito 5 o 6 anni prima, però lì ovviamente devi andare su volumi, ne puoi prendere 20 artisti, 2 o 3 andranno bene e poi magari gli altri spariscono. Per cui la cosa buona di prendere all’asta è che tu puoi prendere a buon prezzo degli artisti che già sono ben quotati, per cui non è mai un rischio. Se io prendo a 10 mila, che sono prezzi normali quando vai nelle gallerie, ti offrono lo champagne, ti fanno vedere cose anche carine, però il perché vale 10 mila euro non te lo sanno dire. Io, invece, guardando le serie storiche di quanto è stato venduto negli ultimi 5/10 anni, ti dico se 10 mila euro è un buon prezzo o se è alto. Ti dico se è un buon investimento, ovvero è liquido, cioè tu hai l’opportunità di rivenderlo e riprenderti il capitale almeno, e se è questo prezzo perché questa è la leverage, diciamo, delle vendite, delle vendite degli ultimi 5 anni. E’ un’analisi statistica che noi facciamo sui vari artisti per capire fino a quando il costo mi permette di dire “Questo è un buon investimento”, oppure “compralo perché ti piace, e allora compralo, per carità, se costa 100 e hai i soldi, perché no”. Alla fine l’arte ha un valore intrinseco quando è stata venduta a una serie storica di venduti di un certo livello, e allora se è stata venduta per 5 anni a 20 mila, io ti posso dire che la compri a 18, la rivenderai a 21 mila. Ma se non lo conosco perché nuovo e tu l’hai comprato a 20 mila, allora speriamo…”

L’esperienza nel mondo dell’arte

Morris: “ Ho capito. Ascolta Francesco, mi sembra di capire che per gestire il cambiamento, i cambiamenti del valore delle opere, e i vari trend che ci possono essere nelle varie parti del mondo, di fatto tu ti basi moltissimo sui dati statistici e su quello che, in qualche modo, è il pregresso di un artista o di una determinata tipologia di quadri. Ho inteso giusto?”

Francesco: “ Si, si sono le cosiddette serie storiche. Il bello dell’aggregatore è che mi permette di avere i cosiddetti “big data”, e sul big data noi abbiamo milioni di dati, di prezzi di venduti. Qui possiamo fare un’analisi statistica e capire se un oggetto messo in vendita a quel prezzo e in quel paese, è un buon investimento si o no, nel senso mi dà certezza di liquidità, posso rivenderlo fra un anno e recuperare il mio capitale, mi dà anche un’opportunità di returning investiment, cioè ho profitto perché l’ho acquistato a metà prezzo rispetto alla galleria a Milano. Se noi facciamo questa serie di comparazioni, possiamo capire se è un buon investimento o meno, cioè la liquidità è il criterio fondamentale per gli investimenti. E’ questo che definisce. Molti dicono che l’arte non è un investimento, non è vero: può essere un investimento se ho abbastanza informazioni per dire se a quel prezzo è liquido, ovvero la vendo. E’ liquido vuol dire che lo posso vendere anche domani, non è che devo aspettare 10 anni sperando.”
Morris: “Si, sono un po’ le considerazioni che vengono fatte anche quando, diciamo, si fa (permettimi il paragone, non è assolutamente per sminuire l’arte, che sicuramente è qualcosa di molto diverso) quando si guardano i titoli in borsa. Diciamo che alcuni parametri che tu hai detto, come può essere il ROI, anche la volatilità, la liquidità di un titolo, sono termini che ritrovo molto spesso anche quando appunto si fa trading in borsa. Poi ovviamente diciamo che piuttosto di acquistare un pezzo d’azienda sicuramente, se l’arte piace, ha molto più senso avere un quadro che almeno è lì con te, e non è una compartecipazione di un’azienda che invece con te non ha nulla a che vedere, ecco, questo sicuramente.”

Francesco: “ Una maja desnuda ti dà molta più soddisfazione di mille shares della Fiat.”

Morris: “ Si si, Exor.mi, che è puntata su Milano, e che è diciamo il gruppo holding  che include la Fiat.”

Francesco: “ Io mi sono tolto dall’azionario nel 2008. E da lì anche se cambiano i nomi non mi interessa, se fanno l’aumento del capitale, o mi si riduce il valore al 10%. Io ho venduto tutto, basta. Compro solo… non è che deve essere per forza arte, può anche essere collezionismo di valore, anelli, l’orologio di marca, e lo puoi usare anche. Oltre al valore estetico, hai un feeling positivo di possesso, nell’avere qualcosa di valore. E in più sai che puoi rivenderlo, a una liquidità come l’hai comprato, dopo 2 o 3 anni che ce l’hai ti sei stufato, ne vuoi un altro, e lo rivendi, magari ci fai anche un profitto. Un Rolex che costa 10 mila, lo compro a 5 mila: ho risparmiato 5 mila euro, lo posso tenere finché scampo, oppure posso venderlo dopo 2 o 3 anni senza problemi.”

Le difficoltà affrontate

Morris: “Certo. Fammi capire: in questa tuo professione/ passione e passione/professione quali sono le difficoltà che hai trovato nel corso del tempo e come le hai risolte?”

Francesco: “La prima difficoltà grande era quella di convincere le case d’asta a darmi i dati. Io pensavo fossero tutti lì pronti e invece no, sono molto sospettosi, non ti danno accesso ai loro dati, nonostante tu gli faccia pubblicità gratuita, il postare sul sito è gratuito, sia per chi lo usa dal lato del collezionismo, sia per chi lo usa dal lato business come una casa d’asta. Anche se è tutto gratis ho trovato molta resistenza. Pian pianino, quando per fortuna il traffico è iniziato ad aumentare, allora questa resistenza è andata scemando. Ora abbiamo su 156 mila utenti al mese, mi chiedono loro se possono. Prima no. Prima mi facevano mille domande, poi mi dicevano no e mi facevano aspettare dei mesi. Adesso per fortuna è cambiato, con il crescere del traffico, hanno capito che il prodotto, cioè il servizio funziona, è richiesto, ed è tutto nel loro interesse esserci. Perché comunque dare un servizio di trasparenza all’utente, così può fare una comparazione dei prezzi, aumentano anche i loro (…) alle aste. All’asta basta essere in 2 per andare dai 5 ai 10 mila. Per cui questa è una delle grandi sorprese quando ho iniziato. Per fortuna adesso non è più un problema. “

Morris : “quindi diciamo che la tenacia determinazione e costanza ti hanno premiato sulla lunga distanza”

Francesco : “ Sì, inizialmente ho creato Lot-Art per me, era uno strumento per fare ricerca e comprare a meno , rivendendo a più. Ovviamente vedendo che funzionava, capendo che se lo avessi tenuto solo per me nessuno mi avrebbe mai contattato, l’ho aperta. Ho regalato ai collezionisti di tutto il mondo questo metodo di ricerca online. Abbiamo uno dei migliori sistema di ricerca online, puoi cercare fino a 35 ricerche in una sola volta, persino non per artista ma per periodo o altri criteri. Scrivi le tue safe search cioè le tue ricerche personalizzate e in un click ricerchi una parola o una serie di parole in modo da avere una ricerca focalizzata. Spesso ricevo delle note di apprezzamento da dei collezionisti e dicono che grazie al nostro sistema riescono a trovare pezzi di alto valore che prima avrebbero richiesto molto più tempo.
Adesso stiamo sviluppando una IA per ricercare gli oggetti tramite immagini, quando la descrizione dell’oggetto non è corretta, il che avviene molto spesso. Sarà possibile ricercare tramite immagine andando a trovare cose che venivano magari catalogate con un nome diverso o sbagliato.”
Morris: “Complimenti perché deve essere un lavorone. l’utente molto spesso dimentica cosa c’è dietro a un semplice click e alla progettazione di un intero sistema”

Francesco: “ Migliaia e migliaia di ore di sviluppo. Per fortuna il mio business partner non me le ha fatte pagare, altrimenti dovevo vincere alla lotteria. “
Morris: “Quanti anni hai?”
Francesco: “42”
Morris: “Al momento vivi in Italia o all’estero?”
Francesco: “ Mi divido tra Italia e Olanda , faccio avanti e indietro”
Morris: “Ah ottimo, come italiano in Olanda come si vive, come sei percepito di primo impatto?”
Francesco: “Bella domanda, diciamo che per gli olandesi siamo più o meno come tunisini. Considerano l’Italia come Nord Africa, per loro c’è poca differenza, all’inizio può essere un po’ traumatico ma poi ci si fa l’abitudine. Di tanto in tanto si trovano persone più istruite della media che comunque superano questi pregiudizi ma non sempre è così”
Morris: “Eh sì, quando si va all’estero tante volte ci dimentichiamo che siamo noi ad essere stranieri”
Francesco: “Sì non è sempre rose e fiori, in Italia di fatto si sta bene, magari un po’ meno di prima ma è pur sempre casa propria”
Morris: “Bene Francesco abbiamo appena toccato i 30 minuti di intervista”
Francesco:”Passati in un soffio”
Morris:”Sì quando si parla di argomenti interessanti è normale che il tempo voli. Comunque va bene, possiamo quindi concludere questa intervista. Mi piace sempre chiudere con il mio “Cambia vita in 15 minuti””
Francesco: “O in 30 in questo caso”
Morris: “Sì questa volta è un 2 per 1 perché abbiamo un intervistato specialissimo.”
Francesco: “Spero questa intervista si riveli utile a qualcuno”
Morris: “Certo, ci sentiamo francesco ti ringrazio. Ciao!”

www.lot-art.com

Francesco Gibbi, fondatore di Lot-Art, fotografato da Bastiaan Woudt

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