Una vocazione, un istinto ad anticipare e a reagire al cambiamento: intervista a Massimo Martinini che ha affrontato la vita senza accontentarsi mai raggiungendo oggi il successo.

Le opinioni espresse dai soggetti intervistati non rispecchiano quelle degli autori del sito e del titolare del medesimo.

Morris: “Ciao benvenuto, benvenuta a te che ci ascolti oggi siamo qui insieme a Massimo Martinini di Pillole di business. Ciao Massimo”.

Massimo: “Ciao Morris, ciao a tutti”.

Morris: “Ascolta, Massimo, io ti conosco molto bene perché ormai ti seguo da circa 2 anni, mi arrivano le tue e-mail, seguo i tuoi fantastici podcast, i tuoi video, veramente c’è un sacco di materiale per crescere. Magari qualcuno che ci sta ascoltando ti conosce meno, però: parlaci di chi sei e di che cosa ti occupi”.

Cambiamento: la spinta che spinge ad agire

Massimo: “Allora Morris questa è una domanda molto difficile perché sai col cambiamento che sta avvenendo nel mondo mi sono dovuto adattare e negli ultimi anni ho cambiato un po’ quello che avevo progettato da bambino, se così si può dire.

Comunque negli ultimi anni mi sono specializzato in marketing e mi piace aiutare le persone, quindi ho deciso di mettere a disposizione la mia conoscenza con le persone che mi seguono, cioè i miei iscritti.

Ho creato un blog, un progetto direi, “Pillole di business”. Dove ogni giorno condivido un’email con i miei iscritti su argomenti che trattano crescita personale, marketing e business in generale”.

Morris: “Perfetto, ottimo. Posso dire tra le altre cose che sono veramente contenuti di ottima qualità, che forniscono sempre spunti molto importanti per quello che è anche il cambiamento dinamico che tratto io.

Tante volte mi rendo conto che le tue riflessioni sono importanti perché dici le cose da un punto di vista diverso rispetto a quello classico, quindi c’è la possibilità proprio di cogliere un arricchimento da quelle che sono le tue email, che arrivano tutti i giorni. In mezzo a tantissime email che arrivano io personalmente la tua è quella che sono sicuro di leggere perché mi interessa tantissimo il tuo punto di vista quotidiano, ecco”.

Massimo: “Grazie”.

Morris: “Prego! Ascolta parli di cambiamento: fammi capire in questi anni come hai affrontato il cambiamento che stiamo vivendo nella nostra realtà e che stai vivendo nella tua vita?”

Dalla voglia di qualcosa di diverso a cavalcare l’onda del mondo che cambia

Massimo: “Allora qui dobbiamo fare molti passi indietro, di tanti anni, anche se cercherò di essere breve. Io sono sempre partito con l’idea di non voler lavorare in ufficio per 8 ore al giorno. Quindi mi sono sempre proiettato al futuro pensando a che cosa avrei potuto fare per evitare questa situazione, cosa che per molti oggi è ancora una cosa difficile.

A mio avviso però il posto fisso, come ribadiscono tutti, è “morto” ed è vero, io lo vedo veramente così. Il posto fisso oggi è molto, molto difficile da ottenere ed è anche molto rischioso perché sei sempre nelle mani di qualcun altro, cioè il proprio futuro non è nelle proprie mani. Questa cosa mi ha sempre terrorizzato”.

Morris: “Ti do perfettamente ragione perché è una cosa che condivido a pieno”.

Massimo: “Quindi tanti anni fa mi sono lanciato. In realtà è da quando ho 16 anni che ho questa idea di creare qualcosa e ho provato di tutto, di cotte e di crude. Ho provato a fare un portale di alberghi quando avevo 16 anni: l’ho tenuto per due anni, non ha avuto un gran successo quindi poi l’ho venduto. Ho creato 2 anni dopo una sorta di Ebay che si chiamava “Pagine amiche” di cui penso ci sia ancora il sito. Era un incrocio fra le pagine gialle ed Ebay dove i commercianti potevano mettere i loro prodotti in vendita online: a quei tempi era una cosa veramente rivoluzionaria.

Nasco come programmatore, quindi mi piaceva fare queste cose. Poi ho gestito un alberghetto, dei miei genitori, per due anni che però non mi dava la soddisfazione come qualcosa che avevo creato io.

Non mi piaceva avere la “pappa pronta”, ma volevo proprio qualcosa di mio da guadagnarmi io, mettiamola così. Ricevere qualcosa di pronto penso che non dia la stessa soddisfazione. Qualcuno dice che il dolce non è mai abbastanza dolce se non hai mai sentito l’amaro: penso sia la stessa cosa.

Quindi ho mollato il mio albergo e ho aperto un bar-ristorante in spiaggia. Ho però fatto un buco nell’acqua enorme e lì ho capito. Inizialmente ho dato la colpa a fattori esterni, ad esempio: il locale non era in una buona posizione, avevo un altro locale alla moda super cool che era molto vicino, c’era un altro pub anche di fronte a me dall’altra parte della strada. Mi ci sono voluti un paio d’anni poi per capire che sì, è vero che questi fattori c’erano, ma era una mia responsabilità analizzarli e cercare di fare qualcosa.

Crescita personale, marketing e mondo del web

Da lì ho iniziato a studiare il marketing, anzi, a dire il vero inizialmente la crescita personale. Queste due cose in realtà penso che siano due cose che vanno insieme: chi studia crescita personale finisce per studiare sempre un po’ di marketing perché nel momento che vuoi cercare di crescere come persona inizi anche a studiare la comunicazione.

La comunicazione si avvicina al marketing e più o meno è tutto correlato. Mentre ancora gestivo il bar ho portato anche avanti un altro progetto: un videogioco online, cioè un browser game, che è stato il mio piccolo successo.

Si trattava di un videogioco testuale, di qualcosa di veramente particolare e di nicchia che ha fatto credo ormai un milione di euro di fatturato e che ancora oggi mi porta il mio buon stipendio. Gli dedico 10-15 ore al mese, tipo un giorno ogni due settimane più o meno di lavoro e continua a fruttare.

Nel frattempo poi ho continuato a portare avanti altri progetti che stavano anche crescendo bene e ho aumentato le mie competenze nel mondo del marketing e del business. Poi purtroppo o per fortuna ho avviato le mie “Pillole di business” che mi hanno preso talmente tanto che ho deciso di dedicarmi al 100% a questo progetto.

Questo perché ci credo, mi piace e mi sento di dare una mano alle persone. Ricevo, infatti, moltissime email di persone che mi ringraziano e alcune sono veramente toccanti: mi fanno i complimenti, mi seguono e io mi sento di riuscire davvero a dare un impatto al mondo, nel mio piccolo, nelle persone che mi seguono. Di conseguenza ho abbandonato moltissimi progetti.

L’ultimo ti dico: settimana scorsa ero insieme ad un ragazzo che si occupava di noleggio a lungo termine. Sono uscito dalla società perché non era quello che volevo fare nella vita e non mi interessava lavorare su un progetto del genere, anche se il mese scorso ha fatturato 27.000 euro di utile.

A me ovviamente non spetta più niente perché sono uscito. Anche se aveva un grande potenziale di entrata economica non mi dava la soddisfazione personale quindi ho abbandonato tutto e praticamente sto tenendo solo le mie Pillole”.

Morris: “Certo. Anche perché questi progetti, anche se rendono tanto al tempo stesso sei consapevole che ti richiedono una grossa quantità di tempo, mi pare di capire. Avevo intuito invece che la chiave di tutto è per te quella di conservare la chiave del tuo tempo da poter investire per le cose che vuoi veramente fare.

Le difficoltà sulla via delle novità e della sperimentazione per la soddisfazione personale

Morris: “Ascolta in tutto questo percorso, dove ne hai fatte veramente tante di cose e dove sei stato un innovatore e hai sperimentato tanto: qual è stata secondo te la difficoltà più grande che secondo te hai incontrato e che hai dovuto poi superare?”

Massimo: “Ce ne sono diverse in realtà.

  • Dopo il fallimento del ristorante ho avuto un problema, anche con i miei genitori. Mio padre mi diceva “te l’avevo detto” etc. mi sono sempre scontrato molto con mio padre su questo e di fatto sono dovuto tornare a casa a testa bassa perché aveva ragione lui. Avevo affrontato un fallimento ed è stata molto dura, anche se questa difficoltà mi ha portato a crescere tutto sommato. Mi sono chiesto dove avevo sbagliato e cosa avrei potuto fare di meglio: questo mi ha fatto aprire un mondo.
  • L’altra cosa è stata quando ho fatto trading online, che mi piaceva. Dopo un anno e mezzo che lo facevo regolarmente e andava tutto bene è successo che preso dall’entusiasmo ho buttato tutti i soldi: in una notte ho perso praticamente tutto quello che avevo, circa 100.000 euro da un momento all’altro. Ti assicuro che quella mattina poi quando mi sono svegliato è stata veramente, veramente dura”.

Morris: “Devastante direi. Ho letto in qualche tua email dove parlavi di questa tua cosa e mi ricordo che ero rimasto stupefatto: 100.000 euro in una notte sono tanti. Da questo punto di vista hai capito in quel caso lì qual è stato l’errore che hai fatto? Che cos’è che ti ha “fregato”, portato ad avere questo risultato?”

Massimo: “Lì ho fatto un errore proprio banale: ho ascoltato il consiglio di una persona. Avevo un amico a cui tenevo aperte le posizioni perché non riusciva ad essere al computer frequentemente quanto me, visto che io praticamente vivo davanti al computer di giorno.

Un venerdì sera l’ho chiamato e gli ho detto che stavo chiudendo le mie posizioni perché non volevo rischiare, perché ritenevo che la situazione non fosse buona. Lui però mi ha convinto del contrario dicendomi di non chiudere le sue posizioni. In quel momento allora ho pensato che non le avrei chiuse nemmeno io: una sciocchezza.

Avrei potuto fare mille azioni per difendermi etc. invece ho peccato di superficialità e ne ho pagato le conseguenze”.

La chiave del successo: “insofferenza” e adattamento

Morris: “Beh a questo punto: delle difficoltà che hai superato ne abbiamo parlato. Dicci invece secondo te qual è la chiave del tuo successo, quella che ti ha portato dai 16 anni ad oggi a creare tutti questi progetti, che ovviamente hanno avuto un loro ciclo di vita all’interno della tua vita. Quali sono secondo te gli elementi che hanno determinato il successo o i successi che hai ottenuto e stai ottenendo?”

Massimo: “Ti direi sicuramente la volontà di volere qualcosa di più. Cioè non accontentarsi di quello chela vita ha in serbo per noi, ma cercare qualcosa in più. Non ho mai voluto, come ti dicevo, fare il lavoro classico da 8 ore al giorno come in ufficio, visto che per me sarebbe come morire. Quindi cosa faccio? O sto senza lavorare o trovo una soluzione e quindi sono stato costretto a trovare una soluzione. Questa caratteristica mi è un po’rimasta: diciamo che si è instillata dentro di me la capacità di trovare soluzioni, che oggi è una delle mie capacità più grandi”.

Morris: “Assolutamente sì, quando le persone hanno un problema sono disposte a pagare chi è in grado di risolvere quella esigenza. Avere una persona che trova soluzioni ai problemi delle persone penso che sia, indipendentemente dal mercato e dal settore, qualcosa di ricercato. Ci sarà sempre spazio per persone che possono aiutare gli altri attraverso le loro competenze come fai tu”.

Massimo: “La seconda (chiave del successo) è quella di adattarsi all’evoluzione che stiamo vivendo”.

Morris: “Adattamento, quindi. La prima se tu dovessi riassumerla in una parola diresti “ambizione” useresti qualche altro termine?”

Massimo: “No, direi, “insofferenza”, in una parola. A volte le persone sono spinte da più o meno moventi/spinte diverse. Nel mio caso non è stata proprio l’ambizione di raggiungere qualcosa ma l’insofferenza di dover accettare una situazione che non mi piace. Pensare di vivere, come ti dicevo prima, 8 ore in ufficio è impensabile e al di fuori di ogni logica”.

Morris: “Allora quello di cui stai parlando rimanda a quello che dice Cialdini in “Persuasione”, quando parla delle due spinte, il piacere e il dolore. In questo caso hai trovato una grossa spinta nel volerti allontanare da qualcosa che potrebbe farti soffrire, cioè l’idea di lavorare 8 ore al giorno chiuso in ufficio. Sicuramente una spinta motivazionale che funziona sicuramente.

Prossimi obiettivi: Pillole di business, passione e “vocazione”

Morris: “Qual è il tuo prossimo obiettivo che vorresti raggiungere? Se puoi condividerlo con noi ovviamente.”

Massimo: “In realtà ne ho tanti, tanti, tanti. Quello relativo alle Pillole di business è sicuramente uno: aumentare il numero di persone che mi seguono. Più persone mi seguono più io mi sento di aiuto nel mondo. Può sembrare un po’ arrogante, ma seguimi: vorrei aumentare numero di persone intorno a me, più sono le persone con cui vengo a contatto, che posso influenzare e a cui posso migliorare la vita”.

La consapevolezza della cosa giusta

Morris: “Ascolta, “Pillole di business”, visto che questo è il progetto che ti ha appassionato, com’è nato. Qual è stato il momento in cui hai capito che quello è ciò che volevi fare? Mi sembra dalle tue parole che sia quasi una sorta di “chiamata”, una sorta di “scopo che capisco di avere nella mia vita”, cioè qualcosa di diverso rispetto a tutti i progetti che hai elencato precedentemente. Qual è stato il momento o cos’è che ti ha spinto ad arrivare a questa consapevolezza?”

Massimo: “Faccio una premessa: effettivamente un po’ questa “vocazione”, come dici tu, questa voglia di spronare gli altri a dare il meglio di sé, l’ho sempre avuta anche da ragazzino-bambino e poi anche da un po’ più adulto. E tutti me l’hanno sempre riconosciuta.

Ti faccio una parentesi stupida che rende l’idea: io sono appassionato di biliardino-calcio balilla a cui si gioca a coppia in due. Le persone che giocano con me puntualmente mi dicono che quando giocano con me, giocano benissimo. Questo perché gli do quella piccola spinta motivazionale che li spinge a dare il meglio: quando giocano bene gli faccio un complimento, magari, a differenza di altre persone che insultano o mettono pressione. Sembra una sciocchezza ma è da queste piccole cose che si riflette anche in altri aspetti della nostra vita.

Quando ho iniziato a fare le “pillole” ho pensato che ci sono tante cose che so, conoscenze che ho, molte persone mi chiedono consigli su tante cose: mi sono chiesto come posso fare ad aiutare nel mio piccolo tante persone? Così ho iniziato questo mio progetto delle “pillole” che è partito in maniera molto, molto lenta. Ho iniziato con lo scrivere delle email, dopo aver mandato 5-6 email a una persona che mi segue ho pensato che mi sarebbero arrivate domande. Invece niente: le cose hanno iniziato a muoversi dopo un mese, un mese e mezzo.

Ci sono persone che mi seguono che iniziano a scrivermi dopo un anno, serve quindi tanto tempo per coltivare un rapporto di fiducia. Le persone sono sempre molto diffidenti e vedono sempre un secondo fine, infatti molte persone mi insultano anche su Facebook dicendomi di “andare a lavorare”! Ci sono persone così, che non riescono ad accettare il fatto che a una persona piaccia quello che sta facendo.

Chiaro che oggi sto cercando di trasformare le “Pillole” in qualcosa che sia auto-sostenibile perché a momento non ho guadagnato nulla, ma ci ho solo investito in questo progetto perché lo faccio perché mi piace. Vorrei però trasformare questo progetto in qualcosa che mi permetta di “mangiare”, che mi dia un’entrata economica, così posso dedicarmici ancora con più vigore ed energia da metterci dentro”.

Morris: “Certo. Benissimo a questo punto a te che ci stai ascoltando: se vuoi seguire Massimo puoi seguirlo cercando “Pillole di Business” Massimo Martinini, aggiungendoti alla sua mailing-list che è ricca di contenuti e spunti. A questo punto, Massimo, io ti ringrazio per essere stato qui con noi e come sempre: “Cambia vita in 15 minuti!”.

Massimo: “Cambia vita in 15 minuti!”.

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