Nel mondo del lavoro si parla di problem solving, capacità di apprendimento, rapidità di assorbimento delle informazioni: ma di che si tratta veramente? La risposta a tutto questo è la metacognizione. Vediamo di capire meglio.

Metacognizione: che cos’è?

La metacognizione è una definizione che si usa in psicologia e in materia di educazione per indicare la coscienza e la capacità di controllo delle proprie facoltà cognitive. Conoscere la propria metacognizione e controllarla vuol dire conoscersi, sapere come si ragiona meglio, come si fanno le cose e perché si fanno. È possibile pilotare i propri processi di apprendimento e di miglioramento. In sostanza, per dirla forse più semplicemente, se controlli la tua metacognizione conosci quali sono e come funzionano le tue capacità di percezione, attenzione, comprensione e memorizzazione delle cose.

Perché dovrebbe interessarti? Avere coscienza della nostra metacognizione vuol dire guardarci da fuori, riuscendo a fare una riflessione oggettiva sui nostri stati mentali. L’obiettivo è controllare i pensieri e la capacità di apprendimento, ottenendo risultati migliori. In questo modo puoi capire i tuoi aspetti migliorabili per aumentare il tuo profitto.

Ricordati che noi partite iva mettiamo le nostre competenze al servizio del cliente o paziente che si rivolge a noi. Per farlo dobbiamo evolvere il nostro processo di lavoro in funzione delle richieste che riceviamo. Solo così possiamo diventare più produttivi.

Una persona che ha invece un deficit o mancanza di metacognizione è sperduta, non sa guardare le cose sotto diversi punti di vista ed è soggetta a soffrire di fronte agli imprevisti che di fatto, non sa affrontare.
È molto stressante lavorare in questo modo.

Metacognizione e successo professionale

Anche se si parla di metacognizione nel mondo dell’educazione, nella maggior parte dei casi, è importante sapere che ha un ruolo fondamentale anche nella professione che svolgiamo come partite iva. La metacognizione non è solo utile per apprendere qualcosa, ma anche per affrontare i compiti cognitivi che ci vengono affidati, affrontando al meglio le difficoltà. In questo senso la meta cognizione è, quindi, uno strumento per raggiungere i propri obiettivi ed ottenere il successo.

Se si conoscono le proprie capacità e le proprie difficoltà, i propri punti forti e quelli deboli, in sostanza è più facile affrontare un problema. A quel punto possiamo capire come aggirare, superare o limitare la difficoltà attraverso la nostra leadership.

Il Metodo Sferya può aiutare i liberi professionisti iscritti ad albo o i freelance del settore digital ad aumentare la propria produttività. Una ricerca che citiamo spesso è quella della Professoressa dell’Università di Stanford Carol Dweck.

Ha scoperto che esistono due tipi di mentalità. In base a questo, rispondiamo al cambiamento in modo diverso. La mentalità statica spinge a conservare le cose come stanno. Si cerca sempre di creare una realtà immutabile e viene percepito il cambiamento con frustrazione.

Chi ha questo tipo di atteggiamento giudica sempre e in modo assoluto. Queste persone hanno poca metacognizione e per questo sono inconsapevoli di molti processi automatici che fanno: è un forte limite alla produttività.

La mentalità dinamica invece è l’opposto: risponde al cambiamento con entusiasmo nonostante le difficoltà e percependo il cambiamento come un’opportunità di crescita e di evoluzione. Queste persone sono naturalmente più predisposte alla metacognizione. In questo video scopri altre ricerche scientifiche alla base del Metodo Sferya.

Il processo metacognitivo: il controllo

Come è possibile controllare la metacognizione? I passi sono i seguenti:

  1. Coscienza del problema in corso: il primo passo ovviamente è quello di capire che si tratta di una situazione/problema rilevante in cui è richiesto un intervento;
  2. Riuscire a stimare le proprie capacità e prestazioni (in poche parole ci si organizza): capito il problema, il professionista deve riflettere su quali sono le sue capacità e i suoi limiti (auto-consapevolezza) in relazione alla situazione;
  3. Capire come dirigere la propria attività cognitiva: alla luce dei precedenti pensieri elaborati, valutata anche la propria intelligenza emotiva, il professionista elabora quali sono le migliori strategie che può mettere in pratica;
  4. Raggiungere i propri obiettivi: il professionista agisce (provando e riprovando, se necessario) e valuta quali sono i feedback del suo operato, modificandolo in caso di necessità. Ogni tentativo non riuscito o riuscito è comunque una lezione importante da memorizzare per il futuro. Si fa esperienza.

In conclusione

Il concetto di metacognizione, quindi, va oltre lo studio, le metodologie didattiche  e l’educazione in generale, ma è la chiave per aumentare la produttività. In sostanza mettiamo in pratica quel tanto chiacchierato “problem solving” di cui spesso si parla. Ricordiamoci che non esiste il fallimento ma solo risultati. Caso per caso, difficoltà dopo difficoltà, ma anche successo dopo successo, noi professionisti apprendiamo come superare gli ostacoli e come mettere in campo al meglio la nostra capacità cognitiva.

 

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