“L’Italia rovinata dalle raccomandazioni”, “4 giovani su 10 hanno trovato il posto di lavoro grazie alle raccomandazioni”, “Un Italiano su tra ha trovato posto grazie a parenti e amici”: così citano i titoli dei giornali. Come trovare lavoro in Italia? Scopriamo se per lavorare ci serve la raccomandazione. I miei genitori non hanno mai conosciuto la persona giusta al momento giusto che potesse darmi una spintarella, né tanto meno io, anche se probabilmente è perché di fatto non l’abbiamo cercata, eppure ho sempre lavorato e oggi ho anche un bel blog (modestia a parte) che stai leggendo in questo istante. Non penso che ci voglia necessariamente la raccomandazione a patto che… Continua a leggere.

“Gli Italiani, questo popolo di santi, di poeti, di navigatori, di nipoti, di cognati.” (Ennio Flaiano)
Perché NON ti serve la raccomandazione per trovare un lavoro? Per questi 3 motivi essenziali:
- Perché la raccomandazione è superata: quello che conta è crearsi un network di relazioni di un certo valore.
- Perché la persona non preparata/non competente non fa comunque strada.
- Se hai bisogno della raccomandazione, quello non è il lavoro per te.
Relazioni di valore e non raccomandazione
Oggi per trovare lavoro o per fare carriera non basta essere raccomandati, anzi, non serve proprio. Quello che conta è farsi conoscere per le proprie competenze e valore dalle persone potenzialmente interessate a ciò che offriamo. Bisogna quindi essere persone attive socievoli, interessate e curiose. Tutt’altro che passive. Questo si vede sin dall’inizio, quando si cerca il lavoro. Nella maggior parte dei casi non vince tanto chi manda il proprio curriculum vitae chilometrico e ricco di titoli, ma chi si presenta direttamente in azienda o (se non possibile) manda una lettera di presentazione interessante che si distingue fra le tante. Meglio ancora se video indirizzato al titolare o responsabile risorse umane.
Gli aspiranti validi che si candidano per gli impieghi sono tanti e per questo bisogna spiccare in qualche modo e l’essere persone dinamiche, socievoli, interessate a fare la differenza. Avere conoscenze strategiche non significa avere chi può aiutarmi a trovare lavoro “per cortesia”, ma persone con cui scambiare idee brillanti, che possano ispirare e aiutarci a realizzare un sogno/progetto.
“Negli Stati uniti la rete di conoscenze è sì importante, ma bisogna soprattutto essere in gamba. In Italia invece, nessuno crede che coloro che si affidano alla raccomandazione abbiano anche competenza e merito. È questa la differenza fra una lettera di raccomandazione e una “raccomandazione”. In America chi scrive una lettera di referenze, si prende la responsabilità di segnalare una persona preparata, non un idiota.” (Marco Pacetti)
Quando la persona raccomandata non ha le capacità/competenze
Una persona messa a ricoprire un posto di lavoro per cui non è in verità preparata ha “vita breve” (in senso lato) in quella posizione. Sì, è vero può imparare con il tempo ma dovrà sempre fare i conti con una cultura meritocratica che nelle aziende c’è eccome. Quindi in sostanza, dovrà sempre confrontarsi con i colleghi che sanno come si è guadagnato quella posizione (e sì sa sempre, te lo garantisco). Fregarsene? Non si riesce mai fino in fondo e avere la stima delle persone che ci stanno intorno è fondamentale per lavorare e per vivere bene.
La meritocrazia è importante non solo per gli altri, ma anche per te. Se sei una persona raccomandata fai in modo che sia per le tue competenze e non per le tue conoscenze. Diversamente avrai sempre la sensazione che si sparli di te e manie di persecuzione da parte dei colleghi (conosciamo tutti le frasi sui raccomandati che girano in ogni ufficio). Spicca per le tue capacità perché lavorare vuol dire anche dare un contributo agli altri.
Raccomandazione? No grazie
L’ultimo punto è un po’ scontato, ma meglio ribadirlo perché non è sempre chiaro a tutti: chi ha bisogno di una raccomandazione, vuol dire che non ha le capacità e competenze sufficienti a ricoprire quel posto di lavoro. Il fatto di non averle oggi non vuol dire che si possa imparare. Di solito chi cerca scorciatoie vuole un introito sicuro, un classico lavoro da dipendente su cui adagiarsi e stare tranquilli. Ma è davvero questo quello che vuoi? Investire il tuo tempo in qualcosa che non ti piace? Lascio a te la risposta, riflettici bene.
“La raccomandazione si guadagna, si merita; è giusto segnalare chi è capace. Solo in Italia la raccomandazione si regala”. (Anonimo)
Concludendo
Ricorda che c’è una bella differenza fra la persona raccomandata e quella referenziata: la prima viene assunta perché conosce una tal persona, l’altra perché qualcuno garantisce la professionalità di chi sta per essere assunto ed è disposto a metterci la faccia. Come trovare una raccomandazione? Meritala, così si tratterà di una bella e onesta referenza! Avrai la coscienza pulita e riuscirai a trovare un posto di lavoro in cui essere accolto e dove vivere bene! Fatti un network di conoscenze, interessati a tutto, preparati adeguatamente, mettici testa e cuore e vedrai che delle raccomandazioni non te ne farai nulla.
“La raccomandazione non è un favore fatto a qualcuno, è un torto fatto agli altri.” (Pino Caruso)
Ricordati che il cambiamento agisce sempre: è questo il momento giusto per iniziare a cambiare vita.
Morris
“Cambia vita in 15 minuti”
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